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(Dalle Regioni) Regioni benchmark, selezione ministeriale conferma Umbria e marche, ecco Emilia Romagna

 

Prima Umbria, seconda Emilia Romagna, terze Marche: è la classifica delle regioni che si sono dimostrate capaci di spendere bene fino all'ultima lira del fondo sanitario loro assegnato. L'analisi del Ministero della Salute, diffusa in una nota in questi giorni, si riferisce al 2015, ultimi dati disponibili. Le "prescelte" faranno da parametro in questo 2018 per l'attribuzione del riparto del prossimo Fondo sanitario tra 21 regioni e province autonome. Per Marche e Umbria si tratta di una conferma, invece l'Emilia Romagna succede al Veneto. Le tre regioni-benchmark vengono pescate ogni anno tra cinque virtuose, selezionate a loro volta in base ai criteri della delibera del consiglio dei ministri dell'11 novembre 2012 che chiede come requisiti: aver riportato il pareggio di bilancio, non essere soggette a piano di rientro, essere state reputate adeguate al tavolo verifiche dell'ultimo anno di cui sono disponibili dati certi, ma di aver garantito contestualmente i livelli di assistenza riportando punteggi pari o superiori alla media italiana nelle griglie di erogazione. Su tale base sono state scartate le regioni in deficit o in piano di rientro e selezionate Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Marche, Umbria e Basilicata.

Quest'ultima aveva un piccolo passivo - come del resto la Toscana, prima nella classifica degli adempimenti e "grande esclusa" -ed è stata scartata per un soffio. Le tre regioni del Nord rimaste sono le tre richiedenti autonomia allo stato centrale. I parametri, conteggiati sulle schede LA delle Asl, che appunto conciliano i dati di conto economico con l'erogazione dei livelli essenziali di assistenza, sono state messe a confronto sulla base di 19 indicatori per come rispettano i parametri di qualità (Q) ed efficacia (E). Tra gli indicatori, spiccano lo scostamento dallo standard di spesa entro il 5%, la spesa territoriale entro il 51% del fabbisogno, la spesa ospedaliera entro il 44%, la prevenzione collettiva entro il 5%, il costo medio dei ricoveri acuti in degenza ordinaria e quello dei post-acuti, spesa media per specialistica, prestazioni di laboratorio e diagnosi strumentali, spesa farmaceutica procapite, eventuali inappropriatezze (esempio prestazioni ambulatoriali erogate in ricovero ordinario).

Dal calcolo sono stati tolti i costi derivanti dalla mobilità attiva, cioè i pazienti che vengono da altre regioni in quella benchmark a farsi curare, quelli dovuti all'assistenza agli stranieri irregolari e quelli dovuti all'erogazione di prestazioni fuori dai livelli essenziali di assistenza. Sono poi stati tolti dalle entrate quelle straordinarie, i rimborsi da pay-back, i guadagni delle strutture dove si pratica libera professione intramuraria al netto dei costi del personale. E in pratica, dividendo la spesa per gli abitanti e le prestazioni al 31/12/15 si sono trovate le regioni "miss": quelle che destinano il fabbisogno del fondo sanitario loro accordato all'efficiente risposta ai residenti. Da qui si ripartirà per la futura ripartizione del Fondo stesso, preceduta a metà di questa settimana dalla formalizzazione delle regioni prescelte. Sottolinea la propria soddisfazione intanto l'assessore alla sanità umbro Luca Barberini che detta le linee guida della sanità regionale in arrivo: «abbattimento delle liste di attesa, riqualificazione della rete ospedaliera, potenziamento delle cure primarie e dei servizi territoriali».

 

FONTE: DOCTOR33.it

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