Niente assegni per Ape sociale, precoci, ape volontaria e Rita: la riforma delle pensioni 2017 bloccata dalla burocrazia „Niente "Ape" per tutti: la riforma delle pensioni 2017 è bloccata dalla burocrazia“

L'anticipo pensionistico è una misura introdotte dalla riforma in Legge di Bilancio 2017 ma a distana di un anno è attesa da molti italiani a rischio povertà: secondo il governo avrebbe consentito di mandare in pensione anticipata circa 60.000 lavoratori, ma qualcosa è andato storto. Le novità introdotte dalla Manovra 2017 non sono ancora pienamente in vigore: non è chiaro quando verrà erogato il primo assegno a chi ha presentato domanda di Ape sociale o di pensione anticipata per i precoci.
Peggio ancora per l’Ape volontaria e per la Rita attualmente non sono ancora attive e per le quali non è possibile inviare domanda. E non è una questione di burocrazia: le risorse ci sono ma più della metà risulteranno inutilizzate. Se nel caso dell'ape social il decreto attuativo è arrivato solo a giugno, nel caso dell'ape volontaria la pubblicazione in gazzetta ufficiale è solo del 18 ottobre ma il prestito per l’accesso alla pensione anticipata è ancora bloccato dall’attesa che venga pubblicato l’accordo con le banche, indispensabile per dare il via alle domande. Inanzitutto la fase di presentazione delle domande di Ape sociale e precoci si è conclusa facendo registrare una percentule altissima di esclusi. Come osserva il sindacato INCA Cgil tra le oltre 65.000 domande inviate, sono poco più di 24.000 quelle accolte.
"E' ancora in corso il Riesame6.384 domande di Ape sociale e 5.592 di lavoratori precoci (per un totale di 11.976). Una "operazione straordinaria" che l'inps si è impegnata a completare entro Natale. Il presidente dell'Inps Tito Boeri tuttavia rassicura i tanti ex lavoratori in attesa degli assegni promessi: "Lavorando anche sabato domenica e festivi riusciremo a liquidare primo lotto di arretrati ape sociale entro Natale"
Il sospetto – osserva Morena Piccinini, presidente Inca - è che si avveri ciò che lo stesso Inps ha pronosticato, nell’ottobre scorso, in occasione della audizione alla Camera, quando, giocando di anticipo rispetto ai tempi, affermò che il 50% delle risorse stanziate per l’indennità Ape sociale e l’anticipo pensionistico in favore dei lavoratori precoci, anche dopo il riesame delle domande, sarebbe rimasto inutilizzato. Un fallimento facilmente prevedibile, dunque, che si sarebbe dovuto e potuto evitare dando certezza del diritto, a chi subisce sulla propria pelle le conseguenze di un altro grossolano errore commesso dalla legge di riforma delle pensioni Monti-Fornero”.
Al momento, di Ape non ce n’è per nessuno: né per chi non ha avuto risposta, né per che ce l’ha avuta, rientrando tra le domande accolte.